Un cazzo ebreo

In un elegante studio medico di Londra, una giovane donna è distesa sul lettino. Scorge a malapena i capelli radi e le mani raffinate del suo medico, il dottor Seligman, mani a cui ha affidato la scelta più radicale e rivoluzionaria della sua vita. Inizia così il romanzo sovversivo, irriverente e audace di Katharina Volckmer: un flusso di pensieri che la protagonista, nata e cresciuta in Germania e trasferitasi a Londra, fa sbandare vorticosamente tra inconfessabili fantasie sessuali con protagonista Hitler, idiosincrasie folli e liberatorie, la memoria di una madre autoritaria e di un padre volatile, la vergogna di un’eredità irrimediabile, il senso di isolamento in una società che ci vuole per forza normali, privi di contraddizioni nei nostri corpi felici, e il racconto di un amore non convenzionale, mai sufficiente, eppure totale.
Con ironia e schiettezza la protagonista irresistibile di Un cazzo ebreo mette a nudo il nucleo più disarmato della propria vita interiore, si interroga sul potere della riparazione e ci mostra come possiamo rimediare ai fatti della storia con le nostre più intime scelte personali.
L’esordio esplosivo di una nuova grande voce letteraria internazionale, un romanzo incontenibile e struggente che, di fronte alla nostra irriducibile solitudine, suggerisce le uniche possibili risposte: accettarsi, perdonare, amare.

Traduzione di Chiara Spaziani.




Katharina Volckmer

Katharina Volckmer è nata in Germania nel 1987. Attualmente vive a Londra, dove lavora per un’agenzia letteraria. Un cazzo ebreo è il suo primo romanzo, scelto come libro dell’anno 2020 da "The Times Literary Supplement" e in corso di traduzione in 12 paesi.