Muri maestri

Quanti significati può avere un muro? Quante storie può contenere, ospitare, dividere? Un muro è chiusura, confine da valicare, limite ostile; è l’ostacolo della nostra azione, il perimetro istituzionale dei nostri movimenti, l’irriducibile definizione di una diversità. E tuttavia, un muro può anche saper accogliere una preghiera, un sogno; può diventare lo spazio su cui si manifesta l’aspirazione a essere, il permesso di desiderare.
Dal Muro di Berlino a quello del Pianto, da Wall Street ai muri dell’artista Candy Chang, che, prima a New Orleans, poi in tutto il mondo, raccolgono i desideri più importanti, quelli che si vorrebbero compiuti prima di morire. Dal muro di John Lennon a Praga fino a quello di Hong Kong, passando per Lisbona, Zurigo, Londra, Parigi, i “muri maestri” sono spazi del ricordo, simbolo di fratellanza, manifesto per la ribellione, l’amore, la gioventù.
Come il rondone, che ha bisogno di un muro per spiccare il volo, così il lettore viene guidato in questo libro – che si legge come un romanzo dalla scrittura limpida e tesa – alla scoperta dei muri che in qualche modo hanno contribuito a creare una storia delle idee, dei sentimenti, dei cambiamenti: una storia dei luoghi e delle loro trasformazioni, una storia di liberazione.
Cosa può insegnarci un muro?

Michela Monferrini

Michela Monferrini (Roma, 1986) è autrice di due guide letterarie dedicate alla Napoli di Raffaele La Capria e al Portogallo di Antonio Tabucchi, e del ritratto biografico Grazia Cherchi (2015). Ha pubblicato il romanzo Chiamami anche se è notte (2014, finalista Premio Calvino 2012, finalista Premio Zocca 2015) e i libri per ragazzi L’altra notte ha tremato Google Maps (2016, finalista Premio Gigante delle Langhe 2018) e Charlotte Brontë, tre di sei (2018).