Il tappeto tunisino

Cecilia si affaccia ai suoi settant’anni con molti ricordi e il dolore di aver perso da poco il marito Pierre. Non può che guardare al passato della sua famiglia ad Alfonsine, in Romagna, con una nostalgia che tramuta le cose, rendendo la realtà meno importante della memoria che conserva dentro di sé. Così ripercorre la storia della nonna Caterina, morta avanti negli anni dopo una vita che è stata una vera e propria avventura. Figlia illegittima, Caterina ha un fratello molto più grande di lei, Antonio, ballerino alla Scala, che la porta a Milano con sé. Proprio a teatro incontra il suo futuro marito, Virgilio, entusiasta sostenitore di Mussolini che cadrà ucciso dopo l’8 settembre.

Ad Alfonsine gli anni di guerra trascorrono, per Caterina e la figlia Vitti, immersi in un mondo contadino, tra zii, cugini, cognati e parenti vari, una famiglia allargata che aiuta a superare i traumi della caduta del fascismo e della spietata guerra civile. Vitti rimane incinta subito dopo la guerra e dà alla luce Cecilia, la cui vita attraversa l’Italia in fermento negli anni Sessanta e Settanta fino a imbattersi, durante un indimenticabile viaggio in Tunisia, in un tappeto, rosso come la passione che l’accende per l’archeologo Pierre.

L’amore, la guerra, il boom economico in un romanzo famigliare che attraversa tutta la nostra storia nel segno di una passione indomabile.

Fausta Garavini

Fausta Garavini, studiosa di letteratura francese, ha insegnato presso l’Università di Firenze. È autrice della traduzione integrale dei Saggi di Montaigne e di una vasta produzione critica. Dal 1972 è redattrice di “Paragone” e ha collaborato con altre riviste tra cui “Nuovi Argomenti” e “Littérature”. Ha pubblicato numerosi romanzi, tra cui Gli occhi dei pavoni (1979, Premio Mondello per la migliore opera prima), Diletta Costanza (1996, finalista al Premio Viareggio), In nome dell’Imperatore (2008, finalista al Premio Viareggio e al Premio Bagutta), Diario delle solitudini (2011, Premio Vittorini), Storie di donne (2012, finalista al Bagutta), Le vite di Monsù Desiderio (2014, Premio Campiello – Selezione giuria dei letterati, Premio Manzoni per il romanzo storico). Per l’insieme della sua attività ha ricevuto il Premio Tarquinia – Cardarelli 2014. Con La nave di Teseo ha pubblicato Il tappeto tunisino (2018) e curato i Racconti ritrovati di Anna Banti (2017), per La Tartaruga ha tradotto Memorie del conte di Gramont di Anthony Hamilton (2020).