Il pittore che divora le donne

Un uomo arabo cammina di notte nelle sale del Museo Picasso di Parigi. Non è un visitatore qualunque. Una fantasia, un volto scuro venuto dal deserto, dalla Siria o da Timbuctù o da Algeri, si chiama Abdellah, è un jihadista che vuole distruggere per sempre le tele di un pittore infedele, colpevole di aver vissuto un amore proibito con una donna molto più giovane di lui e di averne esposto le nudità in opere blasfeme. Di fronte a quei quadri osceni, racconto di una caccia erotica, immorale, senza limiti, Abdellah vacilla, quello sguardo è lontano dal suo mondo, da quello che sa dell’amore, del piacere, della libertà. Può l’arte guarire un uomo dalla violenza, portarlo a scegliere il desiderio qui sulla terra invece della beatitudine eterna? Kamel Daoud, vincitore di un premio Goncourt e di un prix Méditerranée, sfida le nostre certezze e i nostri pregiudizi narrando la meraviglia dell’arte, e in quello stupore accende la luce di una libertà assoluta, contro ogni fondamentalismo.

Traduzione di Cettina Caliò.





Kamel Daoud

Kamel Daoud, nato nel 1970 a Mostaganem, a 300 km da Algeri, ha studiato Letteratura francese dopo una laurea in Matematica. È giornalista per “Le Quotidien d’Oran” dove scrive da venticinque anni. I suoi articoli sono regolarmente ripresi dalla stampa francese ed europea (“Libération”, “Le Monde”, “Courrier international”, “la Repubblica”, “Il Fatto Quotidiano”). Vive a Orano. Il suo primo romanzo, Il caso Meursault (2015), ha vinto il premio Goncourt ed è stato tradotto in oltre 30 lingue con enorme successo. Presso La nave di Teseo ha pubblicato Le mie indipendenze (2017) e Zabor (2019), insignito del prix Méditerranée 2018 e del prix Transfuge per il miglior romanzo in lingua francese 2018, mentre per la sua attività giornalistica Daoud ha ricevuto il premio Maria Grazia Cutuli (2018). Il pittore che divora le donne ha vinto nel 2019 il prix de la Revue des Deux Mondes.