Il piglio è quello di un entomologo, la passione quella di un botanico, la curiosità e il divertimento quelli di un bambino davanti a una scatola di biglie colorate. Teresa Cremisi è osservatrice instancabile e in queste cronache ci trascina in un mondo contraddittorio e assurdo, sbadato e tenero, tragico ma soprattutto comico.
Leggendo le sue Cronache dal disordine ci si convince che la cultura è più sicura della morale, che le parole vanno usate con lealtà e audacia, che i libri sono uno strumento insostituibile per stare al mondo, e che ridere è un esercizio da non abbandonare mai. Essere scomodi è un dovere verso se stessi e verso la società.
Così Erodoto e Tucidide, Greta Thunberg, i moralisti francesi, i telefonini e le loro grammatiche, Elon Musk e la Brexit, il politically correct e le famiglie, i vantaggi del Covid e le tristezze della solitudine, le storie d’amore e le fatiche dell’informatica si rincorrono in una sarabanda disordinata. E alla fine rincorrono chi legge, che si scopre riflesso in queste pagine. Povero umano in un mondo incomprensibile.
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