Il piacere di essere un altro

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“Nello stesso periodo, setacciando i libri che erano in casa, mi sono imbattuto nelle opere di Elio Vittorini e di Leonardo Sciascia, tra cui Conversazione in Sicilia, Le parrocchie di Regalpetra e i racconti contenuti nella raccolta Gli zii di Sicilia, libri che mi hanno trasmesso l’urgenza della scrittura. Era la prima volta che mi capitava di leggere qualcosa che aveva a che fare col mistero del luogo in cui vivevo. Una sorta di resa dei conti con la Sicilia. La scrittura di Sciascia mi ha dato la certezza che prima o poi avrei scritto anch’io, così come, più tardi, la visione di certi film mi ha spinto a diventare regista. Uno tra tutti, Salvatore Giuliano di Francesco Rosi. Siamo noi, con la nostra immaginazione, a creare le condizioni che siglano gli incontri che saranno decisivi nella nostra vita.”
Roberto Andò si racconta per la prima volta in un libro che è il viaggio di una vita nella scrittura e nel cinema. A partire dall’incontro fatale, a quindici anni sul set di Vittorio De Sica, con la vocazione naturale a raccontare storie, una passione alimentata dall’amicizia con i grandi scrittori – Sciascia, Consolo, Del Giudice –, dall’influenza dei grandi registi italiani (Fellini e Rosi su tutti) e dei maestri di Hollywood.
Una storia che parte dalla Sicilia e all’isola sempre, inevitabilmente, ritorna, in una ricerca senza confini, inesausta, sul senso della verità e della bellezza che attraversano il cinema, il teatro, la letteratura, la vita stessa.




Roberto Andò

Roberto Andò è nato a Palermo nel 1959. Regista di teatro di prosa, lirica e cinema, tra i suoi film, premiati con importanti riconoscimenti, ricordiamo Sotto falso nome con Daniel Auteuil, Le confessioni con Toni Servillo e Pierfrancesco Favino, Una storia senza nome con Micaela Ramazzotti e Laura Morante. Dal suo romanzo Il trono vuoto, vincitore del Premio Campiello Opera Prima 2012, ha tratto il film Viva la libertà con Toni Servillo e Valerio Mastrandrea.