Tempi

Sono diversi i tempi chiamati a raccolta da Edith Bruck in questo libro, che si lascia leggere d’un fiato e che, con altrettanta immediatezza, si imprime indelebile nella memoria dei suoi lettori. C’è il tempo dell’infanzia e il tempo della vecchiaia, che si richiamano a vicenda; il tempo dei riti familiari e il tempo della solitudine; il tempo della memoria e il tempo del dialogo, specie con i morti; il tempo delle domande – a Dio, alla storia, a se stessa – e il tempo sospeso della scrittura, solcato da dubbi e incertezze, eppure capace di legare insieme, come un filo invisibile, le tessere di un’unica, ininterrotta meditazione sull’esistenza e sul destino che abbraccia l’intera vita letteraria dell’autrice. Chi ha familiarità con l’opera in prosa e in versi di Edith Bruck non stenterà a riconoscerne, in queste pagine, la straordinaria continuità di ispirazione e l’inimitabile coerenza di tono e di contenuto: tratti distintivi di una scrittura che non aderisce a un disegno premeditato, non risponde a calcoli letterari, ma nasce dall’urgenza dei sentimenti e dalla necessità di testimoniare. (…) In Tempi, la poesia, precipitato di memoria e di esperienza, si fa testimonianza del presente, un presente minacciato dal virus dell’indifferenza e dell’odio, contro il quale, in assenza di vaccini efficaci, è forse possibile adottare la cura che Edith Bruck, poetessa d’istinto e di pensiero, ci offre in modo persuasivo e naturale in queste pagine.
Dalla prefazione di Michela Meschini





Edith Bruck

Edith Bruck, di origine ungherese, è nata nel 1931 in una povera, numerosa famiglia ebrea. Nel 1944 viene deportata nel ghetto del capoluogo e di lì ad Auschwitz, Dachau, Bergen-Belsen. Sopravvissuta ai lager nazisti, dopo anni di pellegrinaggio approda definitivamente in Italia, adottandone la lingua. Presso La nave di Teseo sono usciti: La rondine sul termosifone (2017), Ti lascio dormire (2019), Il pane perduto (2020, finalista al premio Strega e vincitore del premio Strega Giovani), Tempi (2020), Andremo in città (2021), Lettera alla madre (2022), Sono Francesco (2022) e Signora Auschwitz (2023). Nel 2023 ha vinto il premio Campiello alla carriera. Ha ricevuto le lauree honoris causa in Informazione, Editoria e Giornalismo (Roma Tre, 2018), Filologia moderna (Macerata, 2019) e Scienze filosofiche (Sassari, 2023).