Il virus che rende folli

La pandemia che ha travolto le nostre vite dalla fine di febbraio non ha messo a repentaglio solo la nostra salute, né solo la nostra economia. A differenza delle altre epidemie della storia, ha travolto anche la nostra testa, portandoci a una specie di follia collettiva in cui si sono perse priorità, chiarezza di sguardo, obiettivi e capacità di giudizio. La “prima paura mondiale” (come è stato per la prima guerra mondiale) ha stravolto tutto, ed è ora di fare un bilancio. Bernard-Henri Lévy – filosofo e giornalista da sempre attento ai temi etici della contemporaneità – individua in cinque punti i rischi maggiori sul piano sociale e morale del Covid-19: la sanitarizzazione della società; l’idea di una “lezione del virus”, una sorta di lettura provvidenziale e punitiva della pandemia; l’apprezzamento del ritiro nelle proprie case, un confinamento prima noioso, poi sempre più dorato, protettivo; il riposizionamento dei valori della vita (per cui portare a spasso i cani è diventato essenziale, uscire a prendere un libro no) e infine la messa in secondo piano, anzi la neutralizzazione, di tutti gli altri problemi del mondo, come se non esistesse altro che la pandemia. È ora di recuperare, dopo questa esperienza disastrosa, un’idea di mondo e di vita più complessa. È ora di tornare a vivere. Senza dimenticare quello che abbiamo passato, ma andando oltre. Guardando più in là.




Bernard-Henri Lévy

Bernard-Henri Lévy è filosofo, giornalista, attivista e regista. Da oltre quarant'anni la sua voce si leva con forza sui temi della morale e della contemporaneità. Ha scritto più di trenta libri, a partire da La barbarie dal volto umano (1977). Ha pubblicato inoltre saggi biografici su Sartre e Baudelaire, una corrispondenza con Michel Houellebecq e molte opere di narrativa. Per La nave di Teseo sono usciti Looking for Europe – Cercando l’Europa. Contro il montare dei populismi (2019), Il virus che rende folli (2020) e Sulla strada degli uomini senza nome (2021).