I sette peccati e le sette virtù capitali

Giorgio Scerbanenco, al massimo della sua fama di giornalista e scrittore per le riviste femminili, nel 1962 pubblica su “Novella” una serie di racconti dedicati ai sette peccati capitali. Le storie hanno un tale successo che l’autore è chiamato a replicare l’anno successivo con le virtù. Questa nuova edizione propone i racconti inclusi nella prima antologia del 1974, accoppiando ogni vizio a una virtù: dal coraggio all’invidia, dalla speranza alla lussuria, Scerbanenco svela i misteri, innocenti o meno, che si nascondono nella vita di ognuno di noi.

Ognuna di queste storie è un piccolo capolavoro, di colore indubbiamente noir. Scerbanenco ci mostra come le nostre vite siano sempre più complesse e contraddittorie di come appaiano – o di come preferiamo raccontarle.
Dall’introduzione di Cecilia Scerbanenco




Giorgio Scerbanenco

Giorgio Scerbanenco (1911-1969), nato a Kiev, cresce a Roma ma ancora adolescente si stabilisce a Milano. Negli anni ’30 approda nell’editoria come collaboratore alla Rizzoli e in seguito come caporedattore dei periodici Mondadori, per tornare in Rizzoli nel dopoguerra come direttore dei periodici femminili. Collabora con i maggiori quotidiani e riviste dell’epoca, tra cui il “Corriere della Sera”, “La Gazzetta del popolo”, “il Resto del Carlino” e “Novella”. Scrittore prolifico, ha sperimentato tutti i generi della narrativa ed è riconosciuto come uno dei maestri del giallo italiano, consacrato dal successo della serie di romanzi con protagonista Duca Lamberti e dall’assegnazione del Grand Prix de littérature policière nel 1968. Da questo romanzo Fernando Di Leo ha tratto nel 1969 l’omonimo film. Tutta l’opera di Scerbanenco è in corso di pubblicazione presso La nave di Teseo.