Chinatown interiore

Cosa succede quando non sei il protagonista della tua vita ma una semplice comparsa? Willis Wu vive in un piccolo appartamento a Chinatown e tutti i giorni si reca al Tempio d’oro, un ristorante cinese adibito a set cinematografico dove viene girata la serie poliziesca Bianca e Nero. Ma Willis non è l’attore principale, le regole di Hollywood prevedono per lui, di origine asiatica, solo parti di contorno, dal fattorino delle consegne al cameriere. Willis lotta per farsi strada nella serie, il suo sogno è diventare il Fenomeno del kung fu, il ruolo più importante che un orientale possa interpretare, quello a cui tutti ambiscono. Ma è veramente così? È quello il massimo a cui può aspirare, nella serie come nella vita? Willis si troverà ad affrontare un mondo più grande e complesso di quello della Chinatown dov’è cresciuto, scoprirà le origini di quel luogo e le radici della sua famiglia fino a interrogarsi su cosa voglia dire veramente fare la comparsa in una vita che fatica ad accettarlo.
Charles Yu costruisce un romanzo che scorre tra serie TV e kung fu, ironico e sorprendente come un film di Tarantino, per raccontare la storia di un protagonista che vuole integrarsi in un mondo dalle regole spietate. Un romanzo sulla ricerca di se stessi oltre il ruolo che ci è stato imposto, divertente, feroce, commovente.

Con Chinatown interiore Charles Yu ha vinto il National Book Award 2021 per la narrativa ed è stato finalista al Prix Médicis étranger.

Traduzione di Claudia Durastanti.





Charles Yu

Charles Yu (Los Angeles, 1976) è uno sceneggiatore di origini taiwanesi. Per il suo lavoro alla serie Westworld ha ricevuto il premio Under 35 dalla National Book Foundation ed è stato nominato per due Writers Guild of America Awards. Prima di Chinatown interiore, con cui ha vinto il National Book Award per la narrativa ed è stato finalista al Prix Médicis étranger, ha pubblicato tre libri, Third Class Superhero, How to Live Safely in a Science Fictional Universe e Sorry Please Thank You, oltre a numerosi articoli su riviste quali “The New Yorker”, “The New York Times”, “The Atlantic”, “The Wall Street Journal” e “Wired”